Benvenuta, benvenuto nella
Resistenza Radicale Nonviolenta

Siamo un gruppo di cittadine e cittadini che hanno deciso di lottare. Lottare gandhianamente, in questo momento buio della nostra democrazia e della nostra società, per cambiare strada. Le politiche pandemiche degli ultimi due anni hanno impoverito in ogni senso il nostro vivere, hanno creato false contrapposizioni sociali, hanno esasperato le persone, hanno tolto libertà. E non ci hanno fatti uscire dalla pandemia. È ora di cambiare strada!
MAIALI SIAMO NOI
Il 20 Settembre le forze dell’ordine hanno fatto irruzione in assetto di guerra all’interno del santuario Cuori Liberi, a Sairano di Zinasco, presso Pavia.
Gli agenti hanno ucciso in maniera brutale e illegittima 9 maiali, dopo aver pestato con cieca violenza i volontari che li accudivano e li proteggevano col proprio corpo.
Ciò avveniva in spregio al decreto
(G.U. 113/16 maggio 2023) che riconosce i “santuari” come luoghi sicuri per gli animali da allevamento sottratti al destino della macellazione
Il motivo dell’intervento militare è, ancora una volta, la proclamazione di una emergenza sanitaria.
Secondo la ASL alcuni maiali erano affetti da peste suina, ma per i veterinari del santuario gli animali erano sani o comunque senza sintomi, e in ogni caso risultavano isolati da ogni contatto con l’esterno, ragion per cui non potevano veicolare alcun contagio.
A diffondere il contagio hanno invece contribuito gli agenti armati che entravano e uscivano dalle stalle senza protezione, e che hanno ucciso gli animali senza verificarne lo stato di salute, e senza procedure per alleviare il dolore.
Ancora una volta si è messa in atto una azione militare al di fuori e contro le leggi, le norme, il diritto, ed infine contro la pietà.
L’uccisione preventiva di esseri viventi è la nuova linea rossa cui il regime ci sta abituando, utilizzando lo shock della forza militare per sostituire alla complessità del diritto la rapidità del fatto compiuto.
Fatte le dovute distinzioni, si tratta della stessa logica utilizzata per i cantieri della TAV, per la scuola Diaz, per gli obblighi farmacologici: Alcuni sanno, molti tacciono, tutti tirano un sospiro di sollievo perché stavolta non è toccato a loro.
Intanto le ASL si trasformano, giorno dopo giorno, in centrali del terrore sanitario, usurpando funzioni politiche e militari che non competono loro, umiliando i medici e la medicina.
Perché tutto questo?
È solo il frutto di una società anestetizzata, instupidita e violenta, o racchiude in sé un progetto?
In un caso o nell’altro dobbiamo guardare più a fondo la situazione, cominciando col comprendere che nessuno di noi è al sicuro.
Nessuno è al sicuro, fratelli maiali.
La sola via di scampo è cercare il senso di quanto sta avvenendo, tentare di decodificare il comportamento dei nostri predatori.
Dobbiamo comprendere perché le istituzioni sanitarie stanno sfogando tanta violenza su uomini sani e animali sani, e ora attaccano i santuari e coloro che li difendono.
Dietro queste azioni potrebbe non esserci uno scopo predefinito, ma tentiamo di studiare e comprendere i risultati concreti di questi attacchi, attraverso un’analisi delle condizioni che questi stanno determinando sul terreno sociale.
-In un mondo dominato dalla tecnica, un mondo nel quale ogni soggetto è sorvegliato e disattivabile, queste azioni riducono la relazione con il BIOS, con la vita concreta, entro i recinti della tecnica.
L’animale non è un volto su cui specchiare il nostro, esso non è che un oggetto, una materia prima per l’industria del cibo, e non può essere “incontrato” al di fuori del suo consumo;
-Il terrorismo sanitario separa gli uomini tra loro, e anche dal resto dell’ambiente: nella cosiddetta peste suina, come nel cosiddetto covid, le autorità sanitarie hanno proibito le passeggiate in natura, e hanno fatto recintare intere regioni, con enorme sperpero di denaro pubblico.
Questo violento e inutile tentativo di confinare gli animali è riuscito soltanto a impedire l’accesso degli umani alla natura.
Con quali risultati?
L’uomo tagliato fuori dalla relazione con i suoi simili e con l’ambiente è ormai preda delle dipendenze digitali, che sostituiscono la relazione con il mondo, e incatenano gli umani a un sistema centrale di sorveglianza e punizione.
-Lo spettacolo di cieca violenza contro il santuario pavese ha suscitato in alcuni un sano sentimento di scandalo.
Tuttavia al momento opportuno anche questo sentimento può divenire un utile strumento per la società della tecnica.
Distrutta ogni sana relazione tra l’uomo e gli altri animali, al momento opportuno si può fare leva su questo sentimento per imporre l’uso esclusivo di cibi industriali, convenientemente propagandati come scevri da ogni crudeltà.
-Quel che è fatto è fatto, e gli esseri umani tendono a adeguarsi. La rottura del patto sociale e giuridico attraverso l’uso arbitrario della forza militare lascia una traccia su cui il potere tornerà a manifestarsi.
La logica del “fatto compiuto” rende il diritto desueto, in quanto esso vive solo se è costantemente praticato, e se dimostra una efficacia superiore a quella della violenza.
Il risultato è la ripetizione di questo metodo, fino all’estinzione del diritto.
-L’irruzione all’interno del santuario costituisce da una parte la profanazione di un luogo consacrato alla vita in tutte le sue forme, e dall’altro la violazione di una proprietà privata.
Violare in maniera eclatante e sacrilega la proprietà privata, naturalmente a danno dei più deboli, costruisce i precedenti e le condizioni psichiche perché si accetti l’esproprio delle risorse personali, e infine l’esproprio di quella sorta di proprietà che il proprio corpo è per ciascuno di noi.
Se passa il principio che le forze armate possono fare qualunque cosa ai “nostri” animali, entrando nella “nostra” casa, manganellando noi e i “nostri” amici, più nulla ci separerà dal ricevere il medesimo trattamento di quei maiali.
Dopo esserci voltati dall’altra parte una volta, e due, e tre, non avremo più dove voltarci, saremo circondati.
Comincia a delinearsi un quadro generale.
Quei maiali sacrificati dai sacerdoti della dittatura sanitaria preparano il terreno della società alle installazioni culturali, economiche, giuridiche e politiche della tecnocrazia trionfante, come le stragi di bisonti, apparentemente senza senso, preparavano il terreno per l’avvento della ferrovia in America.
L’olocausto di quei maiali prepara le condizioni per trasformare gli stessi uomini in maiali, in carne da sfruttare, materia prima a disposizione dell’industria e delle macchine.
Professor Studente Davide Tutino
Eutanasia del diritto
Prove tecniche di repressione
La rimozione aggressiva del presidio a difesa dei suini presso il rifugio di Sairano di Zinasco (Pavia), iniziata all’alba del 20 settembre 2023, ha portato alla perdita di 9 maiali. Il personale qualificato (veterinari di fiducia) interno al rifugio, ha dichiarato che alcuni di essi seppur affetti da PSA, non presentavano sintomi tali da giustificare un intervento così drastico. Sul fatto occorre fare alcune considerazioni sia dal punto di vista etico, sia da quello giuridico:
- Massiccio e ingiustificato dispiegamento delle forze dell’ordine contro persone pacifiche e indifese;
- Tutte le persone presenti sono state oggetto di violenza fisica, con spintoni, cadute a terra, colpi di manganello e calci inflitti loro da parte di Polizia e CC;
- Alcuni manifestanti hanno subito lesioni e avrebbero richiesto assistenza medica, ma l’arrivo dell’ambulanza è stato impedito;
- Altri manifestanti sono stati prelevati e portati in caserma, senza motivazioni, mentre indossavano ancora i dispositivi di sicurezza per scongiurare la diffusione della PSA, impedendo loro di rimuoverli e smaltirli in appositi contenitori, atti ad impedire la propagazione del contagio e rischiando di contaminare le camionette delle Forze dell’Ordine e, di conseguenza, i luoghi esterni a Santuario e la caserma stessa;
- È stata soppressa ogni forma di resistenza, e i veterinari dell’ATS sono intervenuti per sopprimere i 9 suini;
- È stato impedito ai responsabili del rifugio e ai veterinari di fiducia di essere presenti per garantire una corretta procedura di eutanasia, qualora fosse stata necessaria;
- I corpi senza vita sono stati successivamente rimossi utilizzando una ruspa e caricati su un camion destinato alla raccolta dei rifiuti speciali;
- Distruzione gratuita delle infrastrutture all’interno del rifugio, comprese le recinzioni;
- È particolarmente grave il fatto che il personale esterno intervenuto nel rifugio, fatta eccezione dei veterinari, nonostante la presenza di un’epidemia, non indossasse dispositivi di protezione per prevenire la diffusione del virus.
Il 7 marzo 2023 è stato emanato un decreto (G.U. 113/16 maggio 2023) che riconosce il valore dei Santuari come rifugi permanenti riconosciuti per animali da reddito non destinati all’uso alimentare e riconosce i diritti degli animali ospitati.
I dieci suini ospitati al Rifugio “Cuori Liberi” erano tutelati e isolati. Non avevano alcun tipo di contatto con altri animali; il pericolo di diffusione era impossibile, data l’attenzione estrema con la quale i volontari accudivano i suini in questione, indossando scrupolosamente ogni tipo di dispositivo utile alla salvaguardia degli altri ospiti, smaltendoli in appositi contenitori sigillati; naturalmente la cura con la quale i volontari evitavano ogni tipo di contaminazione, era estrema, proprio per la tutela e la salvaguardia di ogni ospite del Santuario.
È inoltre doveroso focalizzare l’attenzione sul legame affettivo generato dalla convivenza fra esseri umani e animali in luoghi, i Santuari, dove animali da reddito sono ritenuti animali d’affezione e non destinati all’uso alimentare.
Si conclude ricordando che, all’interno della Circolare del Ministero della Salute del 29 agosto 2023 si legge quanto segue:
(…) sia necessario approntare strategie dedicate per arrivare all’eradicazione nei singoli clusters, che il cinghiale è senz’altro un serbatoio del virus e che il fattore umano, nelle diverse declinazioni, rappresenta la maggior fonte di dispersione di virus anche a distanza.
La diffusione della PSA è dunque imputabile, anche, a disattenzioni umane, come, peraltro, la circolare stessa ammette.
È lecito porsi a questo punto una domanda: come mai la caccia in un momento di tale diffusione non è stata sospesa? Si pensi al via vai dei cacciatori nei boschi italiani, senza protezioni, senza attenzione alcuna, nell’inconsapevolezza di veicolare il patogeno.
Premesso che la PSA non è assolutamente trasmissibile da animale a uomo, la scienza, in questo frangente, dovrebbe osservare imparzialmente l’evoluzione dell’epidemia, e individuare i casi nei quali sia possibile una cura anziché ricorrere all’abbattimento indiscriminato.
Gli aiuti disposti con il decreto del ministero n. 336168 del 29 luglio 2022 e attraverso i quali sono stati stanziati, soltanto per l’anno scorso, 25.000.000 di euro per risarcire le perdite agli allevatori suinicoli, tranquillizza chi commercia e alleva, ma pone un grave difetto di attenzione nell’osservazione di una malattia poco studiata, poco analizzata.
Fino a quando non ci saranno perdite, in termini economici, le perdite di vite per incuria e disattenzione scientifica, non saranno considerate con la giusta lucidità. Quindi l’abbattimento, resta la forma violenta e indifferenziata per risolvere il problema.
È pertanto necessario tutelare e proteggere gli animali ospiti di tutti i Santuari sul territorio nazionale, considerati d’affezione, e non assimilabili al concetto di animali da reddito e destinati all’uso alimentare.
Maria Teresa de Carolis (con la collaborazione di Lidio Maresca)
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